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domenica 28 aprile 2013

La teoria del flogisto



“Se un chiodo abbastanza grande viene infisso con un martello entro una tavola di legno, lo si dovrà colpire molte volte prima che esso divenga 
caldo: ma una volta che sarà entrato del tutto nell’asse lasciando fuori 
solo la testa, così da non poter penetrare ancora più a fondo, pochi colpi saranno sufficienti a dargli un notevole calore. Infatti quando ad ogni colpo del martello il chiodo entra sempre di più nel legno, il moto che viene prodotto è soprattutto progressivo e riguarda il chiodo che tende a muoversi lungo una certa direzione; ma quando il moto è bloccato, 
l’impulso dato dalla martellata, essendo incapace di spingere più avanti il 
chiodo o di frantumarlo, deve essere consumato nel produrre un muoversi vario, veemente e interno delle parti, e in tal modo si genera un moto che già in precedenza osservammo essere della natura del 
calore” .
R.Boyle

Il '600 è un periodo importante dal punto di vista scientifico. E' il secolo di Galileo Galilei e della sua nuova "mentalità": si passa dall'analitico-descrittivo, (che nel video proposto dal professor Vittorio Marchis nel blog History of Machines rappresenta l' atteggiamento del ragazzino che osserva  il movimento delle ali dell'uccello e ne abbozza un disegno per poi realizzare un suo prototipo), ad un metodo ipotetico-deduttivo. Il '600 fu anche il secolo in cui si iniziarono studi scientifici sui fenomeni termici. Tutte le idee teoriche di quel tempo passavano sotto la "Teoria del flogisto". Fu una teoria proposta da un certo Becher che postulava l'esistenza di una sostanza chiamata flogisto, che si liberava sia nella combustione di materiale organico, sia nella semplice esposizione dei materiali all'aria libera (quello che su un metallo chiameremo ossidazione).
Questa teoria si dimostrò poco credibile. In ossidazione un corpo aumenta, anche se di poco, la sua massa. Allora come è possibile che un qualcosa che viene perso da un corpo ne faccia aumentare la massa?? La risposta è: quel qualcosa ha un peso negativo, in questo caso il flogisto ha un peso negativo. Qualcosa di palesemente assurdo. Allora cos'era responsabile dell'ossidazione, se non la fuoriuscita di flogisto? Lavoisier dimostrerà tramite la sua bilancia analitica, che ciò è dovuto all'interazione con l'ossigeno, senza alcuna fuoriuscita. Ma allora cos'era il calore? Su quale teoria bisognava basarsi?  Secondo alcuni il calore era una sostanza, il calorico, secondo altri il calore era una specie di moto, probabilmente una vibrazione. Proprio quest'ultima teoria risulta interessante agli occhi di Boyle, come si può leggere nella prima parte del post, ma non solo: anche Bernoulli favoreggia il calore come "vibrazione"- moto per spiegare la risalita verso l'alto, dei gas a temperatura maggiore.


lunedì 22 aprile 2013

Se il blog fosse un quadro


Se il blog fosse un quadro, lo rappresenterei da questo quest'opera futurista di Giacomo Balla. (Per un approfondimento vi invito a recarvi sul blog Tecnologia e Arte  di Elisa Zanchi). Apparentemente risulta di difficile interpretazione, ma osservando attentamente si nota un qualcosa in movimento nello spazio, nonostante sia una tela. E' proprio ciò che vuole trasmettere il pittore a chi osserva: il tempo scandito in istanti che si susseguono.
Sullo sfondo si notano delle arcate che fanno da panorama alla scomposizione (in tre prismi) del dinamismo e della velocità di un automobile in corsa, riconoscibile dalle ruote, a metà altezza nel quadro.
Si può dire in generale che con Balla e il futurismo, nasce il fotogramma dal punto di vista artistico e puramente rappresentativo, per poi essere sviluppato e progredito dal punto di vista tecnico fino ai giorni nostri.

mercoledì 17 aprile 2013

LA CURIOSITA' DI VELASCHI..

"Nel giovinetto Velaschi si palesò una precoce affezione per le trovate migliori della meccanica e dipoi un cotale studio tutto lo prese."

Franco Velaschi è il giovane personaggio del libro La Meccanica che Gadda ci presenta come grande appassionato di meccanica e delle sue "trovate migliori". Colgo l'occasione di questo passo di lettura per citare Guidobaldo da Montefeltro, (maestro di Galileo Galilei), che potremmo chiamare"l'Euclide della situazione", nel senso che è stato colui che ha scritto un trattato sulla meccanica, che mette in evidenza quali sono le macchine semplici, tramite le quali si può costruire l'universo della tecnologia. Tra queste vengono messe in risalto:

  • LA LEVA (semplice asta rigida che ruotando intorno ad un fulcro permette di sollevare un carico con l'impiego di una forza più o meno grande a seconda del braccio di quest'ultima)

  • LA RUOTA (oggetto in grado di ruotare attorno ad un asse centrale descrivendo una perfetta circonferenza)




  • IL PARANCO (sistema di carrucole che grazie ad una carrucola mobile, permette di sollevare un oggetto con meno forza di quanta ce ne vorrebbe in un sollevamento composto da una sola carrucola)

  • IL CUNEO (macchina semplice in cui c'è un bilanciamento su un piano inclinato tra la forza trasversale impressa, ad esempio da un martello, e la forza peso che preme sul piano)
  • LA VITE (combinazione cuneo-cilindro ferroso che permette di sollevare un oggetto, o fissarlo ad un altro, tramite semplice rotazione)




giovedì 11 aprile 2013

Riflessione etimologica


Dopo l'introduzione della vite di Achimede voglio proporre al lettore una riflessione sull'etimologia della parola"meccanismo".
Buona lettura!


domenica 7 aprile 2013

UNA VITE INFINITA..


Quello in figura è un meccanismo antico ma affascinante. Risale a più di 2000 anni fa e fu "brevettato" da Archimede.
Con l'unico accorgimento di inclinare  il dispositivo meno dell'angolo di inclinazione dell'elica è possibile sollevare modeste quantità di acqua!
Oggi gli utilizzi della "Vite di Archimede" sono notevoli e a distanza di oltre 2000 anni in una qualunque cantina ci rechiamo troviamo ancora almeno una vite infinita, chiamata in gergo coclea (blog dedicato all'agricoltura di Davide Rossini). Rimando ai più curiosi la visione di un video animato sul funzionamento di questo dispositivo al seguente link: ANIMAZIONE VITE DI ARCHIMEDE.
Di certo non poté mancare la citazione di quest'opera geniale nel De Architectura di Vitruvio il quale esalta Archimede per le sua ingegnosità e per le sue altre intuizioni, come quelle relative all'idrostatica riportate nel passo seguente:

"Archimede ha fatto una quantità di scoperte straordinarie ed eccezionalmente geniali. Fra esse voglio parlare soprattutto di una che porta i segni di una grande intelligenza.
Quando Gerone regnava in Siracusa, per le sue fortunate imprese volle offrire ad un certo santuario una corona d'oro che aveva ammirato. Decise il prezzo dell'opera con un artista, e gli consegnò la quantità di oro necessaria. A suo tempo la corona finita fu consegnata con piena soddisfazione del re, e anche il peso della corona risultò coincidere con quello dell'oro. Più tardi, però, Gerone ebbe motivo di sospettare che l'artista avesse sottratto una parte dell'oro e l'avesse sostituita con ugual peso di argento. Indignato per l'inganno, ma non riuscendo a trovare il modo di dimostrarlo, pregò Archimede di studiare la questione. Un giorno che, tutto preso da questo pensiero, Archimede era entrato in un bagno, si accorse che mano a mano che il suo corpo si immergeva, l'acqua traboccava. Questa osservazione gli diede la soluzione del problema. Si slanciò fuori dal bagno e tutto emozionato si precipitò nudo verso casa, gridando con tutte le forze che aveva trovato quel che cercava : 'Éureka! Éureka!'. 


VITRUVIO, De architectura, 9. 











mercoledì 3 aprile 2013

ABC del meccanismo

Arnese
Biella
Cuscinetto
Dardo
Estrattore
Fionda
Giunto
High-Tech
Incasso
Lavoro
Missile
Nastro
Orologio
Pistola
Quorum
Rotore
Sonda
Trasmissione
Ugello
Volano
Zattera